Una giornata a teatro, nell’antica Grecia

Oggi del teatro antico restano , di fatto, solo i testi.
Testi di grande bellezza e profondità, che offrono anche a noi lettori moderni spunti di riflessione ed interesse. Ma non si può comprendere la tragedia greca senza cercare di immaginare ciò che essa rappresentava per un greco del V secolo.

Il teatro ad Atene fu un fenomeno artistico , ma anche religioso e politico. Fu una gara, un rito, un momento in cui l’intera comunità della polis si incontrava, partecipava ad un evento straordinario in cui coesistevano fantasia e riflessione, e si confrontava sui grandi temi dell’esistenza.

Ora cerchiamo un po’ di  immaginare come poteva essere una giornata a teatro.
Dunque: anzitutto ci si andava in giornate di festa, quando le attività politiche erano sospese.

La gente si dirigeva di mattina verso la parte monumentale della città, al teatro di Dioniso, che appunto si trova alle pendici sud dell’Acropoli.La sua capienza era di 15000/20000 spettatori. .
Anche le donne, che nel mondo greco erano fortemente discriminate, partecipavano agli spettacoli

Il biglietto d’ingresso aveva un prezzo modico, e per i cittadini poveri il costo veniva sostenuto dallo Stato . Pensa a che grado di civiltà erano giunti i Greci!

 

Gli spettacoli iniziavano di mattina, e si protraevano fino a sera. La gente si sistemava sulle gradinate e si disponeva alla visione delle opere messe in scena. Sicuramente ognuno si portava qualcosa da mangiare, vista la durata dello spettacolo.

Veniva anche distribuito dell’orzo (soltanto agli uomini, però).
In basso vi erano i posti d’onore,  per sacerdoti, ambasciatori, arconti e altri magistrati. Schiavi portavano cuscini e coperte per maggior comodità.

In realtà quello a cui tutti assistevano era  una gara tra poeti, che presentavano al pubblico le loro creazioni e che dal pubblico erano giudicati.Gli autori  erano scelti dopo una selezione effettuata dall’arconte eponimo, un magistrato della città.

E’ difficile per noi immaginare con precisione l’atmosfera che si respirava in un teatro greco; dobbiamo considerare anzitutto che la rappresentazione si svolgeva all’aperto, e non al chiuso, al buio o con luci artificiali, come accade nei nostri cinema e teatri. La luce era quella naturale, che scandiva le varie fasi della giornata; così la presenza del sole, delle nubi, del vento, lo stormire delle foglie, i rumori esterni influivano sull’evento scenico.

Anche il pubblico non ascoltava certamente in religioso silenzio.
Il paragone che sembra più vicino non è certo con un teatro, quanto piuttosto con uno stadio! Tutta la comunità , infatti, partecipava a questo evento a carattere collettivo ed era intensamente coinvolta in quel che accadeva sulla scena. 
La gente applaudiva in segno di approvazione, fischiava,gridava, dava colpi coi piedi contro i sedili, mangiava, lanciando noccioli di olive, fichi e persino sassi contro gli attori o l’autore, se non li gradiva…
Doveva esserci una gran confusione.. anche se, probabilmente, nei momenti più drammatici, si sarà sentito solo il fruscio del vento tra gli alberi…

Adesso andiamo a fare un giro, per così dire, dietro le quinte….. Un andirivieni di gente; il maestro del coro che dà gli ultimi consigli, gli attori  , vestiti con abiti sontuosi, che si immedesimano nella parte, osservando le maschere preparate per loro…

Squilla una tromba. Intorno si fa silenzio. Tutti volgono lo sguardo verso l’orchestra, intenti.
Il flauto comincia a emettere le prime note..
Lo spettacolo sta per iniziare.
Dai lati del teatro entra il coro. Si sistema con lento incedere nell’orchestra, e comincia il suo canto….

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